CEFALEA E  CAVO  ORALE

CEFALEA E CAVO ORALE

13 Giu 2022

Molti hanno provato la spiacevole esperienza del mal di testa o cefalea . Esistono due tipi di cefalea ,  cefalee primarie e cefalee secondarie . Le cefalee primarie , sono l’emicrania, la cefalea tensiva, la cefalea a grappolo , cioè malattie vere e proprie . Le cefalee secondarie , sono quelle causate dalla presenza di altre patologie ben definite , in cui il dolore alla testa è solo uno dei sintomi , come ad esempio nel caso di malattie tumorali del sistema nervoso , nei pazienti ipertesi o in presenza di disfunzioni dell’apparato muscolo – scheletrico : tra questi  spiccano frequentemente i disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare ( ATM ) , delle arcate dentarie e delle strutture correlate , quadri questi di pertinenza  odontostomatologica . L’emicrania è il dolore cefalico più diffuso , esordisce in età giovanile , per lo più fra la pubertà e l’adolescenza , interessando in ugual  misura i due sessi , ha un picco fra i 20 ed i 50 anni per ridursi dopo i 60 anni . Quali sono le cause e i meccanismi ? La teoria maggiormente condivisa dai ricercatori è quella neuro vascolare , secondo la quale , il paziente emicranico presenta una risposta eccessiva e inadeguata da parte dei neuroni ,della corteccia cerebrale, al variare di stimoli provenienti dall’ambiente esterno ( temperatura , umidità , luci , suoni , odori ) o dall’ambiente interno ( tasso glicemico , pressione arteriosa , secrezione di adrenalina , ritmo sonno – veglia ) , stimoli esterni che sono assolutamente “normali” per i soggetti non sofferenti di emicrania . Molto coinvolto è il nervo trigemino  (nervo sensitivo del cranio ) , a cui spetta il ruolo di mediatore tra la suscettibilità dei neuroni corticali e la vasodilatazione . Spesso i pazienti emicranici hanno genitori che ne soffrono e questo suppone che l’emicrania sia anche trasmessa geneticamente . Tra le cefalee secondarie , cioè quelle in cui il dolore è invece sintomo di una patologia in atto , troviamo frequentemente quelle attribuite a disturbi dei denti , delle arcate dentarie o delle strutture correlate e le cefalee o dolori facciali attribuiti a disturbi dell’ATM . Per quanto riguarda le disfunzioni  dell’ATM , quali dislocazioni del disco articolare , osteoartriti e alterazioni della mobilità articolare , le stesse possono  accompagnarsi a dolore mio- facciale , cioè un dolore muscolare continuo , associato a contrattura , limitazione funzionale nell’apertura della bocca ed occasionalmente a sintomatologia di tipo nevralgico con alterazioni della sensibilità cutanea o formicolii e cefalea diffusa . In particolare , il coinvolgimento dell’articolazione è da sospettare quando il dolore è scatenato da movimenti masticatori soprattutto in presenza di cibo duro , dalle limitazioni o difetti dell’apertura della bocca , da rumori ( o clik articolari ) a carico dell’ATM durante i movimenti della mandibola e dal dolore  alla pressione della capsula articolare di una o entrambe le ATM . Questa cefalea è detta di tipo tensivo ed è collegata anche ad un aumento della contrazione muscolare del capo e/o del collo cui spesso si associano frequenti stati di ansia . Per cause di tipo muscolare , non è necessaria una terapia farmacologica , ma una fisioterapia posturale e di rilassamento con l’inserimento nel cavo orale di un BITE  (è un apparecchio che evita i danni da digrignamento , bruxismo , delle arcate dentali ) . Nel caso di cefalee secondarie , dovute a fattori di mal occlusione o riconducibili a problematiche odontoiatriche , la terapia è rivolta alla rimozione di tali disturbi , soprattutto nei pazienti più giovani , dove è più agevole la correzione definitiva , ricordando che la mal occlusione è considerata un fattore di rischio per l’insorgenza di cefalea nei bambini e negli adolescenti . E’ infine necessario tenere conto , data l’alta frequenza di  riscontro nella popolazione sia di emicrania che di patologie odontostomatologiche , della possibile coesistenza nello  stesso paziente di entrambe le condizioni . E’ perciò consigliabile non sottovalutare o trascurare il problema.

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